Cosa si legge in biblioteca

Generi letterari e titoli su cui si concentrano le scelte dei frequentatori delle biblioteche pubbliche italiane. Una ricerca coordinata dal prof. Giovanni Solimine

Cosa si legge in biblioteca

 

Introduzione

Delle biblioteche italiane non sappiamo molto: sappiamo quante sono, come funzionano e, grosso modo, quanta gente le frequenta (circa 50 milioni di visite ogni anno), ma non sappiamo praticamente nulla su ciò che accade al loro interno. Un dato di partenza, che non dobbiamo mai dimenticare, è la forte disomogeneità fra le diverse aree territoriali: più della metà delle biblioteche è al Nord (58,3%), il 17,5% al Centro, il 13,5% al Sud e il 10,7% nelle Isole; i posti di lettura messi a disposizione sono 16 per mille abitanti in Valle d’Aosta, 13 in Friuli Venezia Giulia, e solo 2 in Calabria, Campania o Puglia; l’offerta libraria oscilla dai 10 volumi pro-capite della Valle d’Aosta e ai 2 di cui può disporre ciascun cittadino residente in Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia e Sicilia; mediamente il 15,2% dei nostri connazionali frequenta le biblioteche, ma la percentuale è molto elevata nelle Province di Trento e Bolzano (rispettivamente 35,7% e 24,5%), in Valle d’Aosta (28,2%), Toscana (25,1%), Emilia-Romagna (21,6%) e Friuli-Venezia Giulia (20,5%), fino a scemare di molto nelle regioni meridionali (Campania 4,6%; Calabria 6%; Sicilia 6,2%; Molise 6,9%; Puglia 8,7%); l’indice dei prestiti per abitante è mediamente di 0,96, con valori molto superiori alla media in Alto Adige (4,48), Valle d’Aosta (3,37) e Trentino (2,96), con valori piuttosto elevati anche in Lombardia (1,98), Emilia-Romagna (1,40), Veneto (1,26) e Friuli-Venezia Giulia (1,21), mentre il dato è molto basso in Campania (0,02), Sicilia (0,05), Puglia (0,05), Basilicata (0,09), Abruzzo (0,09) e Molise (0,09). Due Italie, quindi, con un impatto delle biblioteche nelle regioni settentrionali simile a quello riscontrabile nel resto d’Europa, e un livello dei servizi nel Mezzogiorno assolutamente precario. Questo quadro d’insieme, ricavato dal recente censimento dell’Istat, è la vera questione bibliotecaria nazionale. All’interno di questo panorama, può essere importante un approfondimento sulle letture effettuate in biblioteca. Tra i lettori abituali intervistati annualmente dall’Istat il ricorso al servizio bibliotecario è in alcuni casi molto rilevante: i residenti nelle regioni del Nord-Est ricorrono alle biblioteche per procurarsi attraverso il prestito l’8,1% dei libri letti, seguiti da quelli del Nord-Ovest (7,1), delle isole (4,2), del Centro (3,2) ed infine da quelle del Sud (1,9). Le punte più elevate si registrano in Trentino-Alto Adige (17,3%) e Valle d’Aosta (11,5%), regioni in cui il servizio bibliotecario è a livelli ottimi e dove esistono molti piccoli comuni in cui la biblioteca rappresenta di fatto l’unico modo per procurarsi un libro. Da qui nasce anche il desiderio di acquisire qualche elemento di conoscenza in più su cosa leggono gli utenti delle biblioteche e di confrontare le loro scelte con l’andamento del mercato librario.  Una ricerca che ho avuto il piacere di coordinare, voluta dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) e condotta dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, ha analizzato infatti i generi letterari e i titoli su cui si concentrano le scelte dei frequentatori delle biblioteche pubbliche italiane. Si tratta di un’indagine nuova nel suo genere, sia perché ci dice qualcosa sui gusti del pubblico delle nostre biblioteche di base, sia per le dimensioni del campione considerato. 

Le scelte dei frequentatori delle biblioteche

Sono stati elaborati i dati relativi a oltre 30 milioni di prestiti erogati dalle biblioteche nel biennio 2018-2019; a questi si aggiungono oltre un milione e mezzo di prestiti digitali effettuati nel 2020 e dati provenienti da altre fonti, per un totale complessivo superiore ai 33 milioni di dati analizzati. Siccome l’attività di prestito si distribuisce su un’enorme quantità di titoli, che a volte risultano presi in prestito una sola volta e in un’unica biblioteca, ai fini dell’elaborazione sono stati utilizzati i dati relativi ai cento titoli più prestati per ciascun anno in ognuna delle biblioteche considerate. Questa selezione, finalizzata a individuare i titoli su cui si concentrano gli interessi del pubblico, ha consentito di concentrare l’attenzione su poco più di un milione di operazioni di prestito effettuate nelle biblioteche (596.330 per il 2018 e 609.085 per il 2019), che rappresentano circa il 4% del totale dei prestiti registrati. Va in primo luogo considerato un elemento che rende, o dovrebbe rendere, strutturalmente diverso il servizio di prestito bibliotecario rispetto al mercato librario. Ovviamente, le biblioteche accusano un certo ritardo temporale rispetto alle classifiche di vendita, quest’ultime fortemente orientate all’assorbimento delle novità: non va dimenticato, infatti, il tempo necessario per l’acquisto e il trattamento dei volumi e il ridotto numero di copie disponibili, per cui un libro impiega alcuni mesi per scalare la classifica dei titoli più prestati. Ciò aiuta a distribuire le richieste su un arco cronologico più ampio, per cui solo uno su cinque o su sei dei libri prestati sono editi nello stesso anno. La differente circolazione delle novità editoriali nelle diverse aree territoriali è un indice di una maggiore velocità d’acquisto di alcuni sistemi bibliotecari, più ancora che essere lo specchio dei gusti del pubblico. Anche per altri fattori, possiamo dire che il ciclo di vita dei libri è molto più lungo negli scaffali delle biblioteche di quanto non lo sia in quello delle librerie. Dall’indagine emerge però che in linea di massima i frequentatori delle biblioteche hanno un orientamento simile a quello che i lettori mostrano con i loro comportamenti d’acquisto, anche se non mancano alcune particolarità che l’indagine ha consentito di individuare ed evidenziare.  Si prestano quasi esclusivamente libri di fiction (3 prestiti su 4 riguardano libri di narrativa per adulti), con una predilezione per il romanzo giallo; saghe, romanzi seriali, quadrilogie e trilogie riscuotono molto successo, ma esauriscono rapidamente l’impatto nel giro di un anno o due; cresce l’interesse per i libri a carattere biografico e autobiografico, la fiction a sfondo storico e il romanzo d’avventura. Indicizzando i diversi generi letterari di narrativa per adulti, maggiormente prestati nel biennio considerato, emerge il quadro rappresentato dall’immagine della Fig. 1. Un’altra considerazione da fare riguarda la diffusione delle diverse sigle editoriali attraverso le biblioteche. Le biblioteche, infatti, hanno tra i loro obiettivi quello di garantire un’offerta più variegata di quanto non facciano i circuiti commerciali, dove la logica dei grandi gruppi editoriali a volte tende a rendere poco visibile la produzione delle case editrici medio-piccole. Ebbene, almeno per quanto riguarda le posizioni di vertice, possiamo verificare che i titoli maggiormente prestati sono quasi sempre pubblicati dagli editori più grossi (Figg. 2 e 3). Einaudi tra i libri per adulti e il Castoro tra quelli per ragazzi occupano le prime posizioni. Di seguito, si elencano le sigle editoriali evidenziate in ordine di prestiti complessivi nel biennio: Einaudi 194.344 prestiti (risultato in gran parte dovuto alla sua narrativa di qualità); Mondadori 113.120 prestiti; Giunti 95.412 prestiti; Il Castoro 93.472 prestiti (risultato interamente legato alla diffusione dei libri per bambini e ragazzi); Longanesi 70.261 prestiti; Sperling & Kupfer 68.438 prestiti; E/O 61.183 prestiti (quasi esclusivamente riconducibili ai libri della Ferrante); Garzanti 58.700 prestiti; Feltrinelli 47.363 prestiti; Salani 41.678 prestiti; Sellerio 40.370 prestiti; Piemme 35.175; Rizzoli 34.690 prestiti; Marsilio 16.087.  Ben più della metà dei libri presi in prestito nelle biblioteche sono stati pubblicati dai grandi gruppi editoriali, che quindi occupano una posizione grosso modo paragonabile alla quota di mercato registrata nei diversi canali di vendita.

Un’analisi dei diversi target

Per quanto riguarda i libri per l’infanzia entrano in gioco molte variabili, a seconda delle fasce d’età. Il report della ricerca presenta un’approfondita analisi sulle letture di bambini e ragazzi, proponendo una valutazione disaggregata, incentrata sulla definizione dei vari target – età prescolare, bambini, ragazzi, adolescenti o young adults – e sul raffronto con le realtà bibliotecarie più attive nella promozione della lettura o impegnate nella valorizzazione della sezione ragazzi. I tre titoli per ragazzi più prestati in assoluto, che sommati costituiscono il 19% dei prestiti totali per il biennio 2018-2019, sono opere di autori stranieri: Diario di una schiappa di Jeff Kinney, con 21.385 prestiti; Wonder, di Raquel Jaramillo (nota con lo pseudonimo di R.J. Palacio), con 12.209 totali; Harry Potter e la pietra filosofale, di Joanne K. Rowling con 11.447 prestiti. Un fenomeno di polarizzazione simile non è riscontrabile tra i libri per adulti.  Le statistiche generali dei prestiti tra i ragazzi mostrano un panorama delle richieste molto differenziato in relazione alle fasce d’età (Fig. 4). A cavallo tra il pubblico degli adolescenti e quello degli adulti troviamo poi l’offerta di fumetti e graphic novel, un universo in forte crescita e trasformazione su cui pure l’indagine si è soffermata con attenzione, Assolutamente trascurabile il numero di prestiti – rispettivamente 5.022 prestiti per il 2018 e 9.189 per il 2019 nelle biblioteche pubbliche – relativi a titoli di saggistica, che risultano anche fortemente differenziati sede per sede, evidentemente per effetto del rapporto con le realtà scolastiche e universitarie dei rispettivi territori. Per quanto riguarda le biblioteche universitarie, le richieste si concentrano prevalentemente sulla manualistica di tipo didattico e non deve sorprendere se l’uso si concentra negli ambiti disciplinari scientifico-tecnico in cui i manuali sono più costosi e costituiscono i soli libri di interesse per gli studenti, mentre l’attività di ricerca si avvale quasi esclusivamente di banche dati e riviste elettroniche. Entrando più nel dettaglio delle richieste di narrativa per adulti e sfatando almeno in parte il mito della bibliodiversità che le biblioteche dovrebbero tutelare, sembra invece che anch’esse non sfuggano alla logica del best seller. Gli autori maggiormente richiesti sono spesso gli stessi che risultano anche più venduti in libreria: Elena Ferrante (che nel biennio 2018-19 sfiora i 60.000 prestiti, equivalenti al 6,3 % del totale), Maurizio De Giovanni, Sveva Casati Modignani e Gianrico Carofiglio tra gli italiani (cfr. Figg. 5 e 7, rispettivamente per i prestiti 2018 e 2019), Jeff Kinney e Lucinda Riley tra gli stranieri (cfr. Figg. 6 e 8, rispettivamente per i prestiti 2018 e 2019). Nell’insieme si nota una leggera prevalenza degli autori italiani sugli stranieri: da dire anche che il successo degli autori italiani tende ad essere più duraturo, mentre in alcuni casi il successo di alcuni autori stranieri appare più effimero e si esaurisce rapidamente.  Le tendenze sono a volte contraddittorie o, quanto meno, differenti e risultano spesso influenzate da fattori esterni:
  • La quadrilogia della Ferrante – di cui, salvo il primo volume L’amica geniale, ciascun titolo vede raddoppiato il numero dei prestiti nel 2019 rispetto al 2018 (la prima stagione della fiction televisiva è andata in onda dal 27 novembre al 18 dicembre 2018, e la seconda stagione nel 2020).
  • I 9.030 prestiti di Le otto montagne di Paolo Cognetti al contrario sono quasi dimezzati nel 2019, scendendo a 5.677 richieste, dati che suppongono una dispersione della carica virale del romanzo, edito nel 2016 e vincitore del Premio Strega nel 2017.
Sui dieci autori più prestati si concentra circa un quarto delle richieste complessive: poco più di 600 titoli hanno totalizzato quasi un milione di prestiti, con una prevalenza di autrici e di romanzi le cui tematiche sembrano rivolgersi prevalentemente al pubblico femminile, a dimostrazione che anche in biblioteca la maggioranza del pubblico è formato da donne. Molto richiesti anche gialli e noir. In alcuni casi, il successo di un autore è affidato ad un unico titolo (Di Pietrantonio, Cognetti e Postorino, per esempio), mentre altri scrittori hanno innescato un processo di fidelizzazione con i lettori attraverso più di un’opera (vale in primo luogo per i giallisti, ma anche per altri autori).  Tende ad affievolirsi l’interesse per i romanzi di Andrea Camilleri che vedono protagonista il Commissario Montalbano, personaggio che ha segnato la storia del giallo italiano. Questi titoli compaiono meno spesso rispetto ai gialli seriali di altri autori italiani e in confronto alle vendite in libreria: nel 2018 i titoli dell’autore siciliano totalizzano 2.261 prestiti e sono Esercizi di memoria (2017), La rete di protezione (2017), Il metodo Catalanotti (2018); per il 2019 (5.843 prestiti complessivi) abbiamo invece Il cuoco dell’Alcyon (2019), Il metodo Catalanotti (2018) e Km 120 (2019). Ma accanto alle novità librarie e ai successi del momento, resistono anche alcuni autori classici o “classici contemporanei”: Italo Calvino, per esempio, figura al settimo posto tra i prestiti del 2018 e al nono nel 2019. Altri autori del Novecento, come Luigi Pirandello o Primo Levi, continuano ad essere costantemente molto richiesti, probabilmente anche perché entrati nel “canone” delle letture consigliate a scuola. Anche alcuni autori ancora in attività riescono ad avere una “coda lunga” in biblioteca: da segnalare, per esempio, il caso di Ammaniti, che continua ad essere in posizione di rilievo anche con libri pubblicati da oltre dieci anni (è il caso di Io non ho paura, del 2001, vincitore del Premio Viareggio e di Io e te, uscito nel 2010).  Interessanti ma facilmente comprensibili alcuni fenomeni “locali”, come le molte letture di Andrea Vitali in Lombardia, Mario Rigoni Stern in Veneto, Michela Murgia in Sardegna, o Francesco Guccini nelle biblioteche bolognesi; viceversa, Maurizio de Giovanni, pur ambientando a Napoli tutti i suoi libri, è accolto molto bene nell’intero bacino bibliotecario nazionale, forse anche perché favorito dal traino delle fiction televisive ricavate dalle sue opere.  Il genere “rosa” attecchisce molto di più nelle realtà provinciali rispetto alle aree metropolitane. Questo è un dato socialmente rilevante, che meriterà di essere verificato e approfondito anche in occasione di indagini future. Chi risiede in periferia o nei centri minori sembra propendere per scelte di lettura meno impegnative, forse perché si ricorre alle biblioteche “di prossimità” anche per un uso più “rilassato”. Diversamente, nei grandi comuni ogni singola biblioteca cresce attorno a microcosmi sociali molto più complessi e attesta un ricambio più rapido dei cosiddetti utenti fidelizzati: le richieste del pubblico femminile sono maggiormente ponderate e spesso si rinuncia ad una lettura di intrattenimento, quando per accedere alla copia del libro occorre spostarsi nel traffico della città, mettendo in conto tempi di percorrenza piuttosto lunghi. Malgrado queste differenziazioni, in linea di massima si nota un forte livello di sovrapposizione, con il 70% dei titoli che ricorre tra i libri maggiormente presi in prestito in tutto il territorio nazionale. Alcuni sistemi bibliotecari si allontanano dalle letture mainstream (è il caso delle biblioteche civiche torinesi, per esempio), ma sembra eccessivo parlare di vera e propria offerta alternativa, o  bibliodiversa, rispetto ai circuiti commerciali.  Probabilmente, si tratta non di differenti gusti del pubblico, ma di un effetto delle scelte d’acquisto più accurate fatte da alcune biblioteche, meno propense ad accodarsi alle mode del momento. In alcune realtà, per esempio, si nota una buona presenza di editori indipendenti o sigle locali, a conferma della spinta promozionale che le biblioteche possono assicurare. L’incidenza dell’editoria locale – in linea con la politica di valorizzazione della produzione del territorio, portata avanti istituzionalmente da alcune amministrazioni – è molto forte nei sistemi bibliotecari della Regione Sardegna. Molto più accentuata la presenza di piccoli editori nel campo della letteratura per bambini e ragazzi: spesso questi soggetti sono impegnati anche in attività di animazione e progetti di promozione della lettura; discreto anche l’impatto su questo segmento di mercato prodotto dalle proposte contenute nel catalogo di “Nati per Leggere”, iniziativa che vede coinvolte le biblioteche, i pediatri e varie realtà del mondo dell’associazionismo e del volontariato. A volte si riscontra anche una maggiore attenzione per i titoli “di nicchia” nelle biblioteche in cui operano gruppi di lettura, come nella rete della provincia di Mantova: per fare solo un esempio, si pensi che in questa realtà Mondadori, il principale editore italiano, pesa solo il 9%. Sempre in relazione a questi fenomeni, va comunque detto che le scelte degli utenti delle biblioteche, più che dalle attività svolte localmente (incontri con autori, presentazioni etc.), sembrano essere condizionate da grossi eventi. I premi letterari esercitano una forte influenza: i partecipanti e finalisti alle edizioni 2017 e 2018 del Premio Strega e, in misura minore, del Campiello, sono stati molto richiesti in biblioteca nel 2018 e nel 2019.  

La transizione al digitale

Passando al 2020, il lockdown ha sicuramente dato un’accelerazione al trasferimento sulla rete per tutti i consumi, compresi quelli culturali. Durante lo scorso anno 3,4 milioni di italiani, già lettori di libri e clienti delle librerie tradizionali, per la prima volta hanno acquistato un libro online e 2,3 milioni hanno per la prima volta acquistato un e-book. Non si tratta ancora di una “migrazione” di massa verso il digitale, in quanto rimane modesto e sostanzialmente stabile intorno al 5-6% la percentuale di chi legge (o ascolta) libri esclusivamente da device digitali: all’interno di questa quota comincia ad assumere maggiore consistenza la fruizione di audiolibri.   Tuttavia, il fenomeno ha investito anche le biblioteche e i dati sui prestiti “fisici” sarebbero stati troppo frammentati e disomogenei, condizionati dalle chiusure e dalle difficoltà locali.  Per questo motivo è stato preso a riferimento l’andamento nel 2020 dei servizi di digital lending erogati attraverso la piattaforma MLOL (Media Library On Line). Sono dati che andranno sottoposti a una verifica nel prossimo futuro, quando il funzionamento dei servizi tradizionali sarà tornato alla normalità, ma si può senz’altro anticipare che in ambiente digitale le statistiche sul prestito bibliotecario si avvicinano maggiormente all’andamento del mercato librario.  Nel 2020 sono stati erogati attraverso questo canale ben 1.607.753 prestiti di e-book, con una crescita rispetto al 2019 dell’89% in termini di utenti, del 50% come numero di titoli andati in prestito e del 104% come numero di prestiti. A conferma di ciò che è stato già notato nella didattica a distanza o nelle attività commerciali, chi viveva una situazione di precarietà ha visto acuirsi i problemi, mentre le realtà più robuste anche in senso tecnico e infrastrutturale hanno risposto meglio: infatti, anche per i servizi di prestito digitale emerge una forte disomogeneità a livello territoriale (si passa dai quasi 600.000 prestiti effettuati nella sola Lombardia ai circa 30.000 di tutte le regioni meridionali messe insieme), sia in dati assoluti che per la percentuale di incremento, come si può notare dalla tabella Fig. 9. Analizzando nel merito cosa è andato in prestito, vediamo che, come per il prestito dei libri cartacei, è netta la prevalenza della narrativa (46,6%), mentre i libri per ragazzi raggiungono un interessante 8,23%, a testimonianza dell’uso di questo servizio anche tra i lettori più giovani. Passando ai titoli, troviamo alcune conferme e qualche sorpresa – se facciamo un confronto con i dati frammentari dei prestiti cartacei nello stesso periodo e, più che altro, con le classifiche di vendita. Il titolo maggiormente richiesto è stato La misura del tempo di Gianrico Carofiglio; al secondo posto troviamo Albert Camus con La peste, un libro che evidentemente ha attratto i lettori per le particolari circostanze del momento; segue Sandro Veronesi con Il colibrì, vincitore del Premio Strega 2020; in quarta e quinta posizione ci sono due grandi successi editoriali dell’anno, come Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin (che è anche il più prestato nelle biblioteche scolastiche) e I leoni di Sicilia di Stefania Auci; un gradino più giù c’è Lucinda Riley con La ragazza del sole, e poi Elena Ferrante con La vita bugiarda degli adulti Qualche particolarità emerge tra i download effettuati anche in biblioteche di altra tipologia, sebbene le cifre più elevate siano quelle registrate nelle biblioteche pubbliche: nelle biblioteche scolastiche troviamo alcuni titoli destinati al pubblico degli adolescenti, come After di Anna Todd e Wonder di R.J. Palacio, che avevamo già incontrato tra i libri cartacei più prestati negli anni precedenti e che si posizionano rispettivamente al settimo e all’ottavo posto.  Emerge un dato strutturalmente differente rispetto a quanto abbiamo visto per il 2018 e 2019 con i prestiti di libri cartacei: con la possibilità di consentire a più utenti di scaricare simultaneamente lo stesso titolo si riduce il ritardo di questa graduatoria rispetto alle classifiche di vendita e si determina una certa polarizzazione su un numero più ridotto di titoli (infatti, in ambiente analogico avevamo visto che nel 2018 e 2019 i cento libri più prestati totalizzavano al massimo il 4% del totale dei prestiti annui, mentre in MLOL i cento titoli più frequentemente richiesti equivalgono al 9,79% del totale, e i primi mille titoli corrispondono al 32,57% del totale dei prestiti effettuati su 63.585 titoli movimentati; quindi un terzo dei prestiti si concentra sull’1,6% dei titoli).   Questo trend è molto interessante e può essere interpretato in modo differente: di positivo c’è una più forte reattività e una maggiore capacità delle biblioteche di intercettare i gusti correnti del pubblico, ma sul versante opposto va notato il rischio che le biblioteche vedano affievolirsi una loro peculiarità e finiscano con l’omologarsi, perdendo la loro presunta diversità. Una distorsione potrebbe anche derivare dal diverso atteggiamento degli editori, che a volte rendono immediatamente disponibili le loro pubblicazioni anche per questo servizio, mentre altre sigle editoriali – forse per timore di atti di pirateria – ritardano di qualche tempo la circolazione degli esemplari digitali. Un prestito su 4, infatti, riguarda titoli pubblicati da Mondadori ed Einaudi. In definitiva, possiamo prevedere che in futuro, con il consolidarsi della lettura in streaming, i comportamenti degli utenti delle biblioteche molto probabilmente somiglieranno sempre di più a quelli dei frequentatori delle librerie. Questo cambiamento non sarà probabilmente il risultato di una trasformazione nei gusti degli utenti, ma di una diversa offerta da parte delle biblioteche, più attente alle novità.  
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Note

1. Una fonte relativamente completa è l’Anagrafe delle biblioteche italiane, gestita dal Ministero della cultura. Cfr. https://anagrafe.iccu.sbn.it/it/.
2. È molto recente un censimento condotto dall’Istat, che ha analizzato lo stato di salute di oltre settemila strutture. Cfr. https://www.istat.it/it/archivio/256963
3. Solo da qualche anno l’attenzione degli studiosi si è concentrata sull’analisi dei comportamenti del pubblico. La riflessione metodologica più matura è contenuta nel volume di Chiara Faggiolani, Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2019. Per una prospettiva storica si vedano gli atti di un interessante confronto internazionale: What appened in the library? Cosa è successo in biblioteca? Lettori e biblioteche tra indagine storica e problemi attuali. Readers and libraries from historical investigation to current issues, Seminario internazionale di ricerca (Roma, 27-28 settembre 2018), a cura di Enrico Pio Ardolino, Alberto Petrucciani e Vittorio Ponzani, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020.
4. Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Leggere in biblioteca, Roma, FUIS, 2021.
5.  Ringrazio Giulio Blasi di Horizons Unlimited srl per i dati forniti. 

Le immagini e i grafici che seguono approfondiscono quanto contenuto nell’articolo stesso.

Generi letterari e titoli su cui si concentrano le scelte dei frequentatori delle biblioteche pubbliche italiane. Una ricerca coordinata dal prof. Giovanni Solimine

Cosa si legge in biblioteca

 

Introduzione

Delle biblioteche italiane non sappiamo molto: sappiamo quante sono, come funzionano e, grosso modo, quanta gente le frequenta (circa 50 milioni di visite ogni anno), ma non sappiamo praticamente nulla su ciò che accade al loro interno. Un dato di partenza, che non dobbiamo mai dimenticare, è la forte disomogeneità fra le diverse aree territoriali: più della metà delle biblioteche è al Nord (58,3%), il 17,5% al Centro, il 13,5% al Sud e il 10,7% nelle Isole; i posti di lettura messi a disposizione sono 16 per mille abitanti in Valle d’Aosta, 13 in Friuli Venezia Giulia, e solo 2 in Calabria, Campania o Puglia; l’offerta libraria oscilla dai 10 volumi pro-capite della Valle d’Aosta e ai 2 di cui può disporre ciascun cittadino residente in Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia e Sicilia; mediamente il 15,2% dei nostri connazionali frequenta le biblioteche, ma la percentuale è molto elevata nelle Province di Trento e Bolzano (rispettivamente 35,7% e 24,5%), in Valle d’Aosta (28,2%), Toscana (25,1%), Emilia-Romagna (21,6%) e Friuli-Venezia Giulia (20,5%), fino a scemare di molto nelle regioni meridionali (Campania 4,6%; Calabria 6%; Sicilia 6,2%; Molise 6,9%; Puglia 8,7%); l’indice dei prestiti per abitante è mediamente di 0,96, con valori molto superiori alla media in Alto Adige (4,48), Valle d’Aosta (3,37) e Trentino (2,96), con valori piuttosto elevati anche in Lombardia (1,98), Emilia-Romagna (1,40), Veneto (1,26) e Friuli-Venezia Giulia (1,21), mentre il dato è molto basso in Campania (0,02), Sicilia (0,05), Puglia (0,05), Basilicata (0,09), Abruzzo (0,09) e Molise (0,09). Due Italie, quindi, con un impatto delle biblioteche nelle regioni settentrionali simile a quello riscontrabile nel resto d’Europa, e un livello dei servizi nel Mezzogiorno assolutamente precario. Questo quadro d’insieme, ricavato dal recente censimento dell’Istat, è la vera questione bibliotecaria nazionale. All’interno di questo panorama, può essere importante un approfondimento sulle letture effettuate in biblioteca. Tra i lettori abituali intervistati annualmente dall’Istat il ricorso al servizio bibliotecario è in alcuni casi molto rilevante: i residenti nelle regioni del Nord-Est ricorrono alle biblioteche per procurarsi attraverso il prestito l’8,1% dei libri letti, seguiti da quelli del Nord-Ovest (7,1), delle isole (4,2), del Centro (3,2) ed infine da quelle del Sud (1,9). Le punte più elevate si registrano in Trentino-Alto Adige (17,3%) e Valle d’Aosta (11,5%), regioni in cui il servizio bibliotecario è a livelli ottimi e dove esistono molti piccoli comuni in cui la biblioteca rappresenta di fatto l’unico modo per procurarsi un libro. Da qui nasce anche il desiderio di acquisire qualche elemento di conoscenza in più su cosa leggono gli utenti delle biblioteche e di confrontare le loro scelte con l’andamento del mercato librario.  Una ricerca che ho avuto il piacere di coordinare, voluta dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) e condotta dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, ha analizzato infatti i generi letterari e i titoli su cui si concentrano le scelte dei frequentatori delle biblioteche pubbliche italiane. Si tratta di un’indagine nuova nel suo genere, sia perché ci dice qualcosa sui gusti del pubblico delle nostre biblioteche di base, sia per le dimensioni del campione considerato. 

Le scelte dei frequentatori delle biblioteche

Sono stati elaborati i dati relativi a oltre 30 milioni di prestiti erogati dalle biblioteche nel biennio 2018-2019; a questi si aggiungono oltre un milione e mezzo di prestiti digitali effettuati nel 2020 e dati provenienti da altre fonti, per un totale complessivo superiore ai 33 milioni di dati analizzati. Siccome l’attività di prestito si distribuisce su un’enorme quantità di titoli, che a volte risultano presi in prestito una sola volta e in un’unica biblioteca, ai fini dell’elaborazione sono stati utilizzati i dati relativi ai cento titoli più prestati per ciascun anno in ognuna delle biblioteche considerate. Questa selezione, finalizzata a individuare i titoli su cui si concentrano gli interessi del pubblico, ha consentito di concentrare l’attenzione su poco più di un milione di operazioni di prestito effettuate nelle biblioteche (596.330 per il 2018 e 609.085 per il 2019), che rappresentano circa il 4% del totale dei prestiti registrati. Va in primo luogo considerato un elemento che rende, o dovrebbe rendere, strutturalmente diverso il servizio di prestito bibliotecario rispetto al mercato librario. Ovviamente, le biblioteche accusano un certo ritardo temporale rispetto alle classifiche di vendita, quest’ultime fortemente orientate all’assorbimento delle novità: non va dimenticato, infatti, il tempo necessario per l’acquisto e il trattamento dei volumi e il ridotto numero di copie disponibili, per cui un libro impiega alcuni mesi per scalare la classifica dei titoli più prestati. Ciò aiuta a distribuire le richieste su un arco cronologico più ampio, per cui solo uno su cinque o su sei dei libri prestati sono editi nello stesso anno. La differente circolazione delle novità editoriali nelle diverse aree territoriali è un indice di una maggiore velocità d’acquisto di alcuni sistemi bibliotecari, più ancora che essere lo specchio dei gusti del pubblico. Anche per altri fattori, possiamo dire che il ciclo di vita dei libri è molto più lungo negli scaffali delle biblioteche di quanto non lo sia in quello delle librerie. Dall’indagine emerge però che in linea di massima i frequentatori delle biblioteche hanno un orientamento simile a quello che i lettori mostrano con i loro comportamenti d’acquisto, anche se non mancano alcune particolarità che l’indagine ha consentito di individuare ed evidenziare.  Si prestano quasi esclusivamente libri di fiction (3 prestiti su 4 riguardano libri di narrativa per adulti), con una predilezione per il romanzo giallo; saghe, romanzi seriali, quadrilogie e trilogie riscuotono molto successo, ma esauriscono rapidamente l’impatto nel giro di un anno o due; cresce l’interesse per i libri a carattere biografico e autobiografico, la fiction a sfondo storico e il romanzo d’avventura. Indicizzando i diversi generi letterari di narrativa per adulti, maggiormente prestati nel biennio considerato, emerge il quadro rappresentato dall’immagine della Fig. 1. Un’altra considerazione da fare riguarda la diffusione delle diverse sigle editoriali attraverso le biblioteche. Le biblioteche, infatti, hanno tra i loro obiettivi quello di garantire un’offerta più variegata di quanto non facciano i circuiti commerciali, dove la logica dei grandi gruppi editoriali a volte tende a rendere poco visibile la produzione delle case editrici medio-piccole. Ebbene, almeno per quanto riguarda le posizioni di vertice, possiamo verificare che i titoli maggiormente prestati sono quasi sempre pubblicati dagli editori più grossi (Figg. 2 e 3). Einaudi tra i libri per adulti e il Castoro tra quelli per ragazzi occupano le prime posizioni. Di seguito, si elencano le sigle editoriali evidenziate in ordine di prestiti complessivi nel biennio: Einaudi 194.344 prestiti (risultato in gran parte dovuto alla sua narrativa di qualità); Mondadori 113.120 prestiti; Giunti 95.412 prestiti; Il Castoro 93.472 prestiti (risultato interamente legato alla diffusione dei libri per bambini e ragazzi); Longanesi 70.261 prestiti; Sperling & Kupfer 68.438 prestiti; E/O 61.183 prestiti (quasi esclusivamente riconducibili ai libri della Ferrante); Garzanti 58.700 prestiti; Feltrinelli 47.363 prestiti; Salani 41.678 prestiti; Sellerio 40.370 prestiti; Piemme 35.175; Rizzoli 34.690 prestiti; Marsilio 16.087.  Ben più della metà dei libri presi in prestito nelle biblioteche sono stati pubblicati dai grandi gruppi editoriali, che quindi occupano una posizione grosso modo paragonabile alla quota di mercato registrata nei diversi canali di vendita.

Un’analisi dei diversi target

Per quanto riguarda i libri per l’infanzia entrano in gioco molte variabili, a seconda delle fasce d’età. Il report della ricerca presenta un’approfondita analisi sulle letture di bambini e ragazzi, proponendo una valutazione disaggregata, incentrata sulla definizione dei vari target – età prescolare, bambini, ragazzi, adolescenti o young adults – e sul raffronto con le realtà bibliotecarie più attive nella promozione della lettura o impegnate nella valorizzazione della sezione ragazzi. I tre titoli per ragazzi più prestati in assoluto, che sommati costituiscono il 19% dei prestiti totali per il biennio 2018-2019, sono opere di autori stranieri: Diario di una schiappa di Jeff Kinney, con 21.385 prestiti; Wonder, di Raquel Jaramillo (nota con lo pseudonimo di R.J. Palacio), con 12.209 totali; Harry Potter e la pietra filosofale, di Joanne K. Rowling con 11.447 prestiti. Un fenomeno di polarizzazione simile non è riscontrabile tra i libri per adulti.  Le statistiche generali dei prestiti tra i ragazzi mostrano un panorama delle richieste molto differenziato in relazione alle fasce d’età (Fig. 4). A cavallo tra il pubblico degli adolescenti e quello degli adulti troviamo poi l’offerta di fumetti e graphic novel, un universo in forte crescita e trasformazione su cui pure l’indagine si è soffermata con attenzione, Assolutamente trascurabile il numero di prestiti – rispettivamente 5.022 prestiti per il 2018 e 9.189 per il 2019 nelle biblioteche pubbliche – relativi a titoli di saggistica, che risultano anche fortemente differenziati sede per sede, evidentemente per effetto del rapporto con le realtà scolastiche e universitarie dei rispettivi territori. Per quanto riguarda le biblioteche universitarie, le richieste si concentrano prevalentemente sulla manualistica di tipo didattico e non deve sorprendere se l’uso si concentra negli ambiti disciplinari scientifico-tecnico in cui i manuali sono più costosi e costituiscono i soli libri di interesse per gli studenti, mentre l’attività di ricerca si avvale quasi esclusivamente di banche dati e riviste elettroniche. Entrando più nel dettaglio delle richieste di narrativa per adulti e sfatando almeno in parte il mito della bibliodiversità che le biblioteche dovrebbero tutelare, sembra invece che anch’esse non sfuggano alla logica del best seller. Gli autori maggiormente richiesti sono spesso gli stessi che risultano anche più venduti in libreria: Elena Ferrante (che nel biennio 2018-19 sfiora i 60.000 prestiti, equivalenti al 6,3 % del totale), Maurizio De Giovanni, Sveva Casati Modignani e Gianrico Carofiglio tra gli italiani (cfr. Figg. 5 e 7, rispettivamente per i prestiti 2018 e 2019), Jeff Kinney e Lucinda Riley tra gli stranieri (cfr. Figg. 6 e 8, rispettivamente per i prestiti 2018 e 2019). Nell’insieme si nota una leggera prevalenza degli autori italiani sugli stranieri: da dire anche che il successo degli autori italiani tende ad essere più duraturo, mentre in alcuni casi il successo di alcuni autori stranieri appare più effimero e si esaurisce rapidamente.  Le tendenze sono a volte contraddittorie o, quanto meno, differenti e risultano spesso influenzate da fattori esterni:
  • La quadrilogia della Ferrante – di cui, salvo il primo volume L’amica geniale, ciascun titolo vede raddoppiato il numero dei prestiti nel 2019 rispetto al 2018 (la prima stagione della fiction televisiva è andata in onda dal 27 novembre al 18 dicembre 2018, e la seconda stagione nel 2020).
  • I 9.030 prestiti di Le otto montagne di Paolo Cognetti al contrario sono quasi dimezzati nel 2019, scendendo a 5.677 richieste, dati che suppongono una dispersione della carica virale del romanzo, edito nel 2016 e vincitore del Premio Strega nel 2017.
Sui dieci autori più prestati si concentra circa un quarto delle richieste complessive: poco più di 600 titoli hanno totalizzato quasi un milione di prestiti, con una prevalenza di autrici e di romanzi le cui tematiche sembrano rivolgersi prevalentemente al pubblico femminile, a dimostrazione che anche in biblioteca la maggioranza del pubblico è formato da donne. Molto richiesti anche gialli e noir. In alcuni casi, il successo di un autore è affidato ad un unico titolo (Di Pietrantonio, Cognetti e Postorino, per esempio), mentre altri scrittori hanno innescato un processo di fidelizzazione con i lettori attraverso più di un’opera (vale in primo luogo per i giallisti, ma anche per altri autori).  Tende ad affievolirsi l’interesse per i romanzi di Andrea Camilleri che vedono protagonista il Commissario Montalbano, personaggio che ha segnato la storia del giallo italiano. Questi titoli compaiono meno spesso rispetto ai gialli seriali di altri autori italiani e in confronto alle vendite in libreria: nel 2018 i titoli dell’autore siciliano totalizzano 2.261 prestiti e sono Esercizi di memoria (2017), La rete di protezione (2017), Il metodo Catalanotti (2018); per il 2019 (5.843 prestiti complessivi) abbiamo invece Il cuoco dell’Alcyon (2019), Il metodo Catalanotti (2018) e Km 120 (2019). Ma accanto alle novità librarie e ai successi del momento, resistono anche alcuni autori classici o “classici contemporanei”: Italo Calvino, per esempio, figura al settimo posto tra i prestiti del 2018 e al nono nel 2019. Altri autori del Novecento, come Luigi Pirandello o Primo Levi, continuano ad essere costantemente molto richiesti, probabilmente anche perché entrati nel “canone” delle letture consigliate a scuola. Anche alcuni autori ancora in attività riescono ad avere una “coda lunga” in biblioteca: da segnalare, per esempio, il caso di Ammaniti, che continua ad essere in posizione di rilievo anche con libri pubblicati da oltre dieci anni (è il caso di Io non ho paura, del 2001, vincitore del Premio Viareggio e di Io e te, uscito nel 2010).  Interessanti ma facilmente comprensibili alcuni fenomeni “locali”, come le molte letture di Andrea Vitali in Lombardia, Mario Rigoni Stern in Veneto, Michela Murgia in Sardegna, o Francesco Guccini nelle biblioteche bolognesi; viceversa, Maurizio de Giovanni, pur ambientando a Napoli tutti i suoi libri, è accolto molto bene nell’intero bacino bibliotecario nazionale, forse anche perché favorito dal traino delle fiction televisive ricavate dalle sue opere.  Il genere “rosa” attecchisce molto di più nelle realtà provinciali rispetto alle aree metropolitane. Questo è un dato socialmente rilevante, che meriterà di essere verificato e approfondito anche in occasione di indagini future. Chi risiede in periferia o nei centri minori sembra propendere per scelte di lettura meno impegnative, forse perché si ricorre alle biblioteche “di prossimità” anche per un uso più “rilassato”. Diversamente, nei grandi comuni ogni singola biblioteca cresce attorno a microcosmi sociali molto più complessi e attesta un ricambio più rapido dei cosiddetti utenti fidelizzati: le richieste del pubblico femminile sono maggiormente ponderate e spesso si rinuncia ad una lettura di intrattenimento, quando per accedere alla copia del libro occorre spostarsi nel traffico della città, mettendo in conto tempi di percorrenza piuttosto lunghi. Malgrado queste differenziazioni, in linea di massima si nota un forte livello di sovrapposizione, con il 70% dei titoli che ricorre tra i libri maggiormente presi in prestito in tutto il territorio nazionale. Alcuni sistemi bibliotecari si allontanano dalle letture mainstream (è il caso delle biblioteche civiche torinesi, per esempio), ma sembra eccessivo parlare di vera e propria offerta alternativa, o  bibliodiversa, rispetto ai circuiti commerciali.  Probabilmente, si tratta non di differenti gusti del pubblico, ma di un effetto delle scelte d’acquisto più accurate fatte da alcune biblioteche, meno propense ad accodarsi alle mode del momento. In alcune realtà, per esempio, si nota una buona presenza di editori indipendenti o sigle locali, a conferma della spinta promozionale che le biblioteche possono assicurare. L’incidenza dell’editoria locale – in linea con la politica di valorizzazione della produzione del territorio, portata avanti istituzionalmente da alcune amministrazioni – è molto forte nei sistemi bibliotecari della Regione Sardegna. Molto più accentuata la presenza di piccoli editori nel campo della letteratura per bambini e ragazzi: spesso questi soggetti sono impegnati anche in attività di animazione e progetti di promozione della lettura; discreto anche l’impatto su questo segmento di mercato prodotto dalle proposte contenute nel catalogo di “Nati per Leggere”, iniziativa che vede coinvolte le biblioteche, i pediatri e varie realtà del mondo dell’associazionismo e del volontariato. A volte si riscontra anche una maggiore attenzione per i titoli “di nicchia” nelle biblioteche in cui operano gruppi di lettura, come nella rete della provincia di Mantova: per fare solo un esempio, si pensi che in questa realtà Mondadori, il principale editore italiano, pesa solo il 9%. Sempre in relazione a questi fenomeni, va comunque detto che le scelte degli utenti delle biblioteche, più che dalle attività svolte localmente (incontri con autori, presentazioni etc.), sembrano essere condizionate da grossi eventi. I premi letterari esercitano una forte influenza: i partecipanti e finalisti alle edizioni 2017 e 2018 del Premio Strega e, in misura minore, del Campiello, sono stati molto richiesti in biblioteca nel 2018 e nel 2019.  

La transizione al digitale

Passando al 2020, il lockdown ha sicuramente dato un’accelerazione al trasferimento sulla rete per tutti i consumi, compresi quelli culturali. Durante lo scorso anno 3,4 milioni di italiani, già lettori di libri e clienti delle librerie tradizionali, per la prima volta hanno acquistato un libro online e 2,3 milioni hanno per la prima volta acquistato un e-book. Non si tratta ancora di una “migrazione” di massa verso il digitale, in quanto rimane modesto e sostanzialmente stabile intorno al 5-6% la percentuale di chi legge (o ascolta) libri esclusivamente da device digitali: all’interno di questa quota comincia ad assumere maggiore consistenza la fruizione di audiolibri.   Tuttavia, il fenomeno ha investito anche le biblioteche e i dati sui prestiti “fisici” sarebbero stati troppo frammentati e disomogenei, condizionati dalle chiusure e dalle difficoltà locali.  Per questo motivo è stato preso a riferimento l’andamento nel 2020 dei servizi di digital lending erogati attraverso la piattaforma MLOL (Media Library On Line). Sono dati che andranno sottoposti a una verifica nel prossimo futuro, quando il funzionamento dei servizi tradizionali sarà tornato alla normalità, ma si può senz’altro anticipare che in ambiente digitale le statistiche sul prestito bibliotecario si avvicinano maggiormente all’andamento del mercato librario.  Nel 2020 sono stati erogati attraverso questo canale ben 1.607.753 prestiti di e-book, con una crescita rispetto al 2019 dell’89% in termini di utenti, del 50% come numero di titoli andati in prestito e del 104% come numero di prestiti. A conferma di ciò che è stato già notato nella didattica a distanza o nelle attività commerciali, chi viveva una situazione di precarietà ha visto acuirsi i problemi, mentre le realtà più robuste anche in senso tecnico e infrastrutturale hanno risposto meglio: infatti, anche per i servizi di prestito digitale emerge una forte disomogeneità a livello territoriale (si passa dai quasi 600.000 prestiti effettuati nella sola Lombardia ai circa 30.000 di tutte le regioni meridionali messe insieme), sia in dati assoluti che per la percentuale di incremento, come si può notare dalla tabella Fig. 9. Analizzando nel merito cosa è andato in prestito, vediamo che, come per il prestito dei libri cartacei, è netta la prevalenza della narrativa (46,6%), mentre i libri per ragazzi raggiungono un interessante 8,23%, a testimonianza dell’uso di questo servizio anche tra i lettori più giovani. Passando ai titoli, troviamo alcune conferme e qualche sorpresa – se facciamo un confronto con i dati frammentari dei prestiti cartacei nello stesso periodo e, più che altro, con le classifiche di vendita. Il titolo maggiormente richiesto è stato La misura del tempo di Gianrico Carofiglio; al secondo posto troviamo Albert Camus con La peste, un libro che evidentemente ha attratto i lettori per le particolari circostanze del momento; segue Sandro Veronesi con Il colibrì, vincitore del Premio Strega 2020; in quarta e quinta posizione ci sono due grandi successi editoriali dell’anno, come Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin (che è anche il più prestato nelle biblioteche scolastiche) e I leoni di Sicilia di Stefania Auci; un gradino più giù c’è Lucinda Riley con La ragazza del sole, e poi Elena Ferrante con La vita bugiarda degli adulti Qualche particolarità emerge tra i download effettuati anche in biblioteche di altra tipologia, sebbene le cifre più elevate siano quelle registrate nelle biblioteche pubbliche: nelle biblioteche scolastiche troviamo alcuni titoli destinati al pubblico degli adolescenti, come After di Anna Todd e Wonder di R.J. Palacio, che avevamo già incontrato tra i libri cartacei più prestati negli anni precedenti e che si posizionano rispettivamente al settimo e all’ottavo posto.  Emerge un dato strutturalmente differente rispetto a quanto abbiamo visto per il 2018 e 2019 con i prestiti di libri cartacei: con la possibilità di consentire a più utenti di scaricare simultaneamente lo stesso titolo si riduce il ritardo di questa graduatoria rispetto alle classifiche di vendita e si determina una certa polarizzazione su un numero più ridotto di titoli (infatti, in ambiente analogico avevamo visto che nel 2018 e 2019 i cento libri più prestati totalizzavano al massimo il 4% del totale dei prestiti annui, mentre in MLOL i cento titoli più frequentemente richiesti equivalgono al 9,79% del totale, e i primi mille titoli corrispondono al 32,57% del totale dei prestiti effettuati su 63.585 titoli movimentati; quindi un terzo dei prestiti si concentra sull’1,6% dei titoli).   Questo trend è molto interessante e può essere interpretato in modo differente: di positivo c’è una più forte reattività e una maggiore capacità delle biblioteche di intercettare i gusti correnti del pubblico, ma sul versante opposto va notato il rischio che le biblioteche vedano affievolirsi una loro peculiarità e finiscano con l’omologarsi, perdendo la loro presunta diversità. Una distorsione potrebbe anche derivare dal diverso atteggiamento degli editori, che a volte rendono immediatamente disponibili le loro pubblicazioni anche per questo servizio, mentre altre sigle editoriali – forse per timore di atti di pirateria – ritardano di qualche tempo la circolazione degli esemplari digitali. Un prestito su 4, infatti, riguarda titoli pubblicati da Mondadori ed Einaudi. In definitiva, possiamo prevedere che in futuro, con il consolidarsi della lettura in streaming, i comportamenti degli utenti delle biblioteche molto probabilmente somiglieranno sempre di più a quelli dei frequentatori delle librerie. Questo cambiamento non sarà probabilmente il risultato di una trasformazione nei gusti degli utenti, ma di una diversa offerta da parte delle biblioteche, più attente alle novità.  
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Note

1. Una fonte relativamente completa è l’Anagrafe delle biblioteche italiane, gestita dal Ministero della cultura. Cfr. https://anagrafe.iccu.sbn.it/it/.
2. È molto recente un censimento condotto dall’Istat, che ha analizzato lo stato di salute di oltre settemila strutture. Cfr. https://www.istat.it/it/archivio/256963
3. Solo da qualche anno l’attenzione degli studiosi si è concentrata sull’analisi dei comportamenti del pubblico. La riflessione metodologica più matura è contenuta nel volume di Chiara Faggiolani, Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2019. Per una prospettiva storica si vedano gli atti di un interessante confronto internazionale: What appened in the library? Cosa è successo in biblioteca? Lettori e biblioteche tra indagine storica e problemi attuali. Readers and libraries from historical investigation to current issues, Seminario internazionale di ricerca (Roma, 27-28 settembre 2018), a cura di Enrico Pio Ardolino, Alberto Petrucciani e Vittorio Ponzani, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020.
4. Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Leggere in biblioteca, Roma, FUIS, 2021.
5.  Ringrazio Giulio Blasi di Horizons Unlimited srl per i dati forniti. 

Le immagini e i grafici che seguono approfondiscono quanto contenuto nell’articolo stesso.